top of page

Relazione tra danza e qi gong


Pratico qi gong,  disciplina che insegna a raffinare, potenziare, fluidificare e strutturare il chi del corpo umano, da 7 anni con la Maestra Giuliana Viel. Questa disciplina nutre il mio insegnamento della danza.

​

Il respiro
quando danzo…cioè per provare il piacere della danza, ho bisogno di sentire che il mio corpo e la mia mente si muovono insieme, sono insieme. Se faccio un esercizio di danza questo non mi accade sempre, a volte sono completamente occupata a pensare a cosa devo fare e dove devo andare, penso troppo….ma se provo a eseguire l’esercizio respirando profondamente, ecco che la mia presenza cambia. Il corpo e la mente sono uniti nel respiro e l’esercizio migliora, diventa più profondo, a volte cambia per essere più efficace.
Inspirando e espirando si alternano pieno e vuoto e questo scambio permette la fluidità nel movimento e il cambio di dinamica.
Se ascoltiamo il nostro corpo e respiriamo, possiamo percepire delle zone che si attivano più di altre e iniziare a muoverci da quel punto.
Il respiro è espansione, contrazione, sospensione, tre parole che nella danza contemporanea sono diventate la tecnica stessa, insieme a poche altre.


Il radicamento
Il concetto di radicamento nella danza contemporanea è fondamentale.
Per radicamento intendo una buona relazione con il terreno e la terra: permettere al bacino di scendere, ai piedi di aderire, alle gambe di piegarsi, all’osso sacro di aprirsi, al respiro di fluire, al peso di abbandonarsi alla forza di gravità e poi di ricevere la spinta contraria verso l’alto o altre direzioni.
Tempo fa pensavo che il radicamento avesse a che fare solo con la parte inferiore del corpo, piedi, gambe, bacino, ora credo invece che abbia a che vedere con tutto il corpo. Quando un braccio si solleva posso sentire i fili sottilissimi che lo ancorano a terra, alla legge di gravità e se non dimentico questa resistenza il mio braccio diventerà pieno, il mio corpo trasmetterà pienezza, la bellezza di questa pienezza mi darà sensazioni profonde.
Nella danza contemporanea non ci si appone alla gravità, ma si agisce con essa.

​

​

​

L’intenzione di dire  

​

da"Danse contemporaine et théaralté" di Michèle Febrve

​

Il teatro che troviamo nella danza di oggi, partecipa della volonta di dire e di esprimere.

C’è un ritorno al significato, all’idea di organizzare un discorso. Per qualche coreografo il problema del legare la danza alla politica e al sociale, sarà il proposito di tutta l’opera.

Ritorno al contenuto che sembra aver trovato la sua rispettabilità.

Non è certo il contenuto che fa il tutto nel teatro, ma in qualche modo sicuramente le tematiche che hanno interessato la nuova danza hanno concorso alla sua teatralizzazione, dato che come diceva Pina Baush “la realtà non può essere sempre danzata”.

In più i riferimenti alla realtà sono cambiati, non si attinge più dai miti, ma da eventi più quotidiani, più ordinari, più vicini alla contemporaneità.

Desiderio di intelleggibilità, di essere ascoltato e capito, di toccare grazie alla qualità stessa degli interpreti in scena.

Rimettere in gioco la problematica del significato e della rappresentazione, è anche cercare di rispondere alle seguenti domande: come esprimere significato? Come rappresentare? La danza deve allora cercare e inventare dei nuovi territori, delle nuove forme gestuali, per rinnovare nel presente quella che Umberto Eco chiama “la necessità biologica di affabulare”

bottom of page